Oggi 3 giugno 2013, alle ore 18,00 al Teatro della Pergola, verrà proiettato il film-documentario La soif du monde (La sete del mondo), realizzato dal celebre fotografo, giornalista e ambientalista Yann
Arthus-Bertrand. Il film, di grande suggestione visiva, focalizza
l’attenzione sul problema dell’acqua nel mondo. In allegato una scheda
biografica dell’autore e una sintesi del film.
Ingresso libero senza obbligo di prenotazione
Chi è Yann Arthus- Bertrand
Fotografo, giornalista, ambientalista. Yann Arthus-Bertrand
(Parigi, 1946) è da sempre un grande appassionato della natura. Basti pensare
che già da giovanissimo dirigeva una riserva naturale nel centro della Francia.
La sua passione per la fotografia naturalista inizia all'età di 30 anni, nel
1976, quando decide di partire per il Kenya assieme alla moglie Anne. Per 3
mesi studia il comportamento di una famiglia di leoni nel Masai Mara,
sorvolando diverse volte la riserva in elicottero e in mongolfiera. Qui
Bertrand scopre la vocazione per la fotografia aerea e la bellezza della Terra
vista dal cielo.
Inizia così la sua carriera di fotoreporter specializzato in
reportage naturalistici, che lo porta a collaborare con le riviste francesi
Paris-Match. Géo, Le Figaro Magazine, e
con Stern, Life, National Geographic. Fino alla fondazione, nel 1991,
dell'agenzia Altitude, una banca d'immagini unica nel suo genere, destinata ad
archiviare le foto scattate da fotografi di tutto il mondo, accomunati dalla
medesima passione per la fotografia aerea. Fra le sue attività, c’è anche
quella di ritrarre amanti della natura in azione, come Diane Fossey con i suoi
gorilla in Rwanda.
Nel 1994 il suo interesse per le vedute aree assume anche una
forma organizzativa, e, con il patrocinio dell'Unesco, dà vita al progetto “La
Terre vue du Ciel”, un inventario dei più bei paesaggi del mondo fotografati
dal cielo, il cui motto è “Testimoniare la bellezza del mondo e tentare di
proteggere la Terra”. Il libro omonimo venderà 3 milioni di copie tradotto in 24
lingue, mentre la relativa mostra fotografica gira oltre 110 città in 34 Paesi e
ha 120 milioni di visitatori.
Col tempo il suo interesse per la natura diventa man mano
più maturo, e nel 2005 decide di fondare l'associazione ecologista
internazionale GoodPlanet.org, dando il via all’iniziativa Action Carbone, un
programma destinato a compensare le emissioni di gas a effetto serra generati
dalla sua attività di fotografia aerea, tramite il finanziamento di progetti
per lo sviluppo di energie rinnovabili, per il risparmio energetico e per la
riforestazione.
Nell'aprile 2007 inizia a lavorare col grande regista Luc
Besson per realizzare un lungometraggio unico nel suo genere: Home, un film
destinato a rimanere magnifica e potente fotografia dello stato di salute del
pianeta e dei problemi cui l'umanità deve fare fronte. Venuto alla luce nel
2009, il documentario, realizzato per lo più con riprese aeree, denuncia lo
stato attuale della Terra, il suo clima e le ripercussioni a lungo termine sul
suo futuro: tutti temi legati dal “fil rouge” del delicato e fondamentale
collegamento che esiste tra tutti gli organismi che vi fanno parte. Ma
l’intento di Home non è critico. Dopo aver mostrato le terribili conseguenze di
alcune attività umane sul nostro pianeta e sul suo ecosistema, il
lungometraggio fornisce indicazioni riguardo alle energie rinnovabili, la
creazione di parchi nazionali e la cooperazione internazionale tra le varie
nazioni in merito alle questioni ambientali come risposta agli attuali problemi
che affliggono la Terra.
La soif du monde, finito nel marzo del 2012 e uscito in
Francia nel dicembre successivo è un film-documentario di un’ora e mezza
realizzato da Yann Arthus-Bertrand insieme al giornalista Thierry Piantanida.
Descrive in maniera efficacissima e allo stesso tempo poetica la lotta che ogni
giorno i popoli che non hanno accesso a questo bene primario devono sostenere
per soddisfare la sete e conquistare le minime condizioni di igiene. Il film è
a colori e le musiche sono del compositore Armand Amar, cui si deve tra le
altre la colonna sonora de Il concerto di Radu Nihaileanu.
Quella di Firenze è la prima proiezione pubblica de La soif
du Monde che in Italia è stato visto soltanto una volta a Torino nel giugno
scorso durante la manifestazione CinemAmbiente.
Scheda su “La soif du monde”
Dopo aver visto che Home avevo funzionato, e bene, portando
in giro un messaggio di sensibilità e interdipendenza, Arthus-Bertrand ha
deciso di reinvestire le sue energie in un altro film “aereo”. Con “La soif du
monde” (la sete del mondo) al centro
della ricerca del fotografo francese finiscono le riserve d'acqua della Terra,
ovviamente rigorosamente riprese dal cielo, in oltre 20 Paesi. Tra spettacolari
riprese di fiumi, laghi e mari e delicatissime testimonianze, il
fotografo-documentarista ci regala ancora la bellezza del nostro pianeta, ma
indicando chiaramente come questo viaggio porti a una meta più lontana: lo
spreco di acqua che c’è oggi nel mondo. È così che l’autore ci prende per mano
alla scoperta di chi oggi non ha la possibilità di accedere all'acqua o di
purificarla, e muore di sete ogni giorno. E non solo.
Il film presenta l’inconfondibile stile di Bertrand, rispetto
ad Home, però, c’è qualcosa in più: la lucida consapevolezza di chi queste
immagini ha deciso di immortalarle non per piacere ma per paura, quella di chi
sa che rimanere a guardare le meraviglie dell’oro blu senza interrogarsi
sull’uso che ne viene fatto non serve a niente. Soprattutto in questo momento,
che l’anbientalista ritiene tragico e decisivo: quanta acqua consumiamo? Quanta
ne sprechiamo? Quanto ne è rimasta? È a partire da queste domande che nasce il
bisogno per Arthus-Bertrand di girare “La soif du monde”.
I Paesi attraversati da questo viaggio sono tanti e diversi
fra loro: dall’India (dove Vandana Shiva propone un’agricoltura idricamente
sostenibile) al Sudan (dove una tribù è riuscita a scongiurare un grande
progetto di canalizzazione), dalla Cambogia (dove si combatte una quotidiana
battaglia per la potabilità) alla Thailandia (dove nel 2011 un’alluvione ha
messo in ginocchio l’economia locale), dalla Cina (la cui sete d’acqua potrebbe
diventare un serio problema nei prossimi anni) agli Stati Uniti (dove gli
agricoltori, a causa di alcune leggi risalenti all’età dei colonizzatori,
possono vendere le concessioni dei corsi d’acqua alle città).
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