La scoperta del colore è stata come una folgorazione, ma solo andando da un pittore, amico di famiglia, che mi prese sotto la sua ala, riuscii ad acquisire la tecnica. Era un pittore paesaggista, presto cominciai a dipingere sul suo stile paesaggi toscani, case, cipressi nei campi e cosi via. Facevo i miei quadretti e glieli portavo a far vedere, lui me li correggeva, la passione era talmente forte che frequentai anche lo studio di Vendrame, lui faceva prevalentemente nudi e imparai un po’ di anatomia, ma la vera svolta fu quando per caso vidi in centro a Firenze, un vecchio venditore di stampe, erano talmente belle che chiesi come erano fatte, lui mi spiegò la tecnica dell’acquaforte, che per me era una parola sconosciuta; nel giro di pochi mesi andai da un maestro della stampa calcografica: Arcuri. La sua frequentazione e la sua scuola per me divennero fondamentali per il consolidamento della grafica a stampa e del disegno: imparai tutte le tecniche incisorie e, fino ai trentacinque anni, mi dedicai solo a quelle.
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