PER LA MEMORIA AL LYCEUM DI FIRENZE
PROIEZIONE DEL ‘PROCESSO EICHMANN”
Nell’occasione, il 24 gennaio a Palazzo
Giugni, testimonianza dell’Ing. Benadì sull’impatto delle leggi
razziali
La proiezione del
documentario sul “Processo Eichmann”, che racconta il processo al criminale
nazista da scrivania che “suggerì” alla Arendt il concetto di “banalità del
male”, e il racconto di un rappresentante della Comunità ebraica fiorentina che
è stato testimone dell’avvento delle leggi razziali.
E’ quanto organizzano le
sezioni Sociale e Letteratura del Lyceum Club Internazionale di Firenze, in
collaborazione con la Comunità ebraica di Firenze e in particolare con la
presidente Sara Cividalli, giovedì 21 gennaio alle 17 a Palazzo Giugni (via
Alfani 48) in vista del Giorno della Memoria 2013 in cui si commemorano le
vittime del nazismo. L’ingresso è libero.
A introdurre la proiezione
in dvd del “Processo Eichmann”, che fu celebrato in Israele nel 1961 dopo che il
Mossad (servizio segreto israeliano) ebbe catturato Adolf Eichmann in Argentina,
dove viveva sotto il falso nome di Riccardo Klement, sarà Mirka Sandiford,
presidente della sezione Sociale del Lyceum di Firenze.
Seguirà la testimonianza
sull’impatto delle leggi razziali da parte dell’Ing. Federico Benadì, esponente
della Comunità ebraica fiorentina che ha vissuto in prima persona tale tragica
esperienza.
La rassegna “Gli anni Trenta
al Lyceum di Firenze e i valori della contemporaneità” è patrocinata da
Provincia, Comune e Quartiere 1. Le
iniziative del Lyceum di Firenze sono sostenute dall’Ente Cassa di Risparmio di
Firenze.
Per
informazioni, Mirka Sandiford, tel: 055-3249190
Federico
Benadì
Nato a Firenze nel 1924,
residente a Firenze, è membro della Comunità Ebraica di Firenze. In seguito alle
leggi razziali venne espulso nel 1938 dal Liceo Scientifico L. Da Vinci di
Firenze, ma continuò gli studi privatamente e frequentando corsi organizzati
dalle Comunità Ebraiche di Firenze e di Roma, tenuti da professori illustri a
loro volta espulsi dalle scuole pubbliche. Dopo l’8 settembre 1943 fu costretto
a “darsi alla macchia” fino all’agosto 1944 per non essere catturato
dall’esercito tedesco, prima nelle campagne di Siena e poi a Firenze.
Successivamente riuscì a laurearsi come ingegnere all’età di 24 anni.
Commenti
Posta un commento